(Von links / da sinistra: Domenico Rosani (Univ. Innsbruck), Elena Mattevi (Univ. Trento), Margareth Helfer (Univ. Innsbruck, Projektleiterin/Responsabile del progetto), Kolis Summerer (Freie Univ. Bozen/Libera Università di Bolzano), Lydia Pedoth (Eurac Research))
Wer ist schuld? Die Frage nach Selbst- und Fremdschuld am Berg
Die Freude an der Natur veranlasst immer mehr Menschen, die Nähe zu den Bergen zu suchen. Dieser Trend ist erfreulich, führt aber gleichzeitig zu einer Häufung von Bergunfällen. Komplexe Haftungsfragen entstehen, die in den allermeisten Fällen auf die Unberechenbarkeit der Natur und die Tendenz zurückzuführen sind, eigene Fehler nicht sehen zu wollen und nach Fremdschuld zu suchen.
Ein neues Forschungsprojekt am Institut für Italienisches Recht der Universität Innsbruck widmet sich diesem Thema und zielt darauf ab, Natur und Recht durch interdisziplinäre und empirische Forschung einander näherzubringen. Schwierige rechtliche Fragen sollen präziser gelöst werden können. Das vom Fachbereich Italienisches Strafrecht konzipierte Forschungsprojekt „Naturgefahr Berg: Risikomanagement und Verantwortung“ wird über die Ausschreibung Research Südtirol/Alto Adige des Landes Südtirol mit 300.000 Euro über zwei Jahre finanziert.
Am Projekt beteiligt sind für die Universität Innsbruck das Institut für Italienisches Recht mit Assoz. Prof.in Dr. Margareth Helfer als Projektleiterin und Mag. Domenico Rosani sowie o. Univ.-Prof. Dr. Klaus Schwaighofer vom Institut für Strafrecht, Strafprozessrecht und Kriminologie. Zu den wissenschaftlichen Projektpartnern zählen das Institut für Erdbeobachtung von EURAC Research (Dr. Stefan Schneiderbauer, dott.ssa Lydia Pedoth), die Freie Universität Bozen (Prof.in Kolis Summerer) und die Universität Trient (Prof. Alessandro Melchionda).
Weitere Kooperationspartner sind der Österreichische Alpenverein (ÖAV), der Südtiroler Alpenverein (AVS), die Agentur für Bevölkerungsschutz sowie das Amt für Geologie und Materialprüfung der Autonomen Provinz Bozen, die Geologenkammer Trentino-Südtirol und die interregionale Lawinenvereinigung AINEVA. Die auch grenzüberschreitende Zusammenarbeit zwischen den Projektpartnern der unterschiedlichen Fachdisziplinen lässt innovative interdisziplinäre Erkenntnisse für das Forschungsprojekt erwarten.
Für das Strafrecht soll insbesondere ausgelotet werden, wie mit dem in der Natur immer vorhandenen Restrisiko und dem Fehlen verbindlicher Verkehrsnormen besser umgegangen werden kann. Ferner sind Unfälle am Berg oft auf enge Täter-Opfer-Verflechtungen zurückzuführen und erfordern, die Rolle des Opfers bei eigenverantwortlichem Handeln in die strafrechtliche Gesamtbetrachtung miteinzubeziehen. Zentral ist dabei, Selbst- und Fremdschuld gerechter auseinanderzudividieren. Insofern das italienische Strafrecht in Bezug auf den Eigenverantwortungsgedanken von einer noch deutlich paternalistischen Grundhaltung geprägt ist, kann eine Auseinandersetzung mit anderen Rechtsordnungen, insbesondere mit dem liberaleren österreichischen Ansatz wertvolle Impulse liefern.
Es folgt eine Analyse dieser Sonderfaktoren aus einer natur- und sozialwissenschaftlichen Sicht. Empirische quantitative und qualitative Untersuchungen zu der Risikowahrnehmung und psychologischen Entscheidungsprozessen am Berg sollen in diese rechtliche Wertung einfließen und dazu beitragen, Haftungsfragen nach dem Schuldprinzip angemessener und gerechter auflösen zu können.
Von den Ergebnissen der Studie und dem Beitrag der externen Partner sind wichtige Impulse für die wissenschaftliche Debatte in den Rechts-, Sozial- und Naturwissenschaften zu erwarten. Darüber hinaus zielt das Projekt darauf ab, Leitlinien und gute Praktiken zu erarbeiten, die über dieses spezifische Projekt hinaus umgesetzt werden sollen. Ziel ist es, eine Risikokultur in der Bevölkerung zu etablieren und somit ein bewussteres Verhalten und mehr Sicherheit in den Bergen zu gewährleisten.
Di chi è la colpa? Tra responsabilità propria e altrui in montagna
L’interesse per la natura spinge sempre più persone a frequentare la montagna. Questa tendenza, di per sé lodevole, sta portando a un graduale aumento degli incidenti in montagna, che fanno a loro volta sorgere complesse questioni di responsabilità. Gli incidenti sono infatti, nella maggior parte dei casi, dovuti all'imprevedibilità insita nella natura; in aggiunta, molte persone non vogliono ammettere i propri errori e cercano un altro responsabile.
A questo tema è dedicato un nuovo progetto di ricerca presso l'Istituto di diritto italiano dell'Università di Innsbruck, che si propone di avvicinare natura e diritto attraverso un progetto interdisciplinare ed empirico. Tali complesse questioni giuridiche richiedono infatti di venire risolte in maniera più precisa. Concepito dal settore per il diritto penale italiano presso l’Istituto, il progetto di ricerca “Natural Hazards in the Mountain Environment: Risk Management and Responsibility” verrà finanziato con 300.000 euro per due anni nell’ambito del bando di ricerca Research Südtirol/Alto Adige della Provincia autonoma di Bolzano.
All'interno dell'Università di Innsbruck il progetto coinvolge l'Istituto di diritto italiano con la prof.ssa Margareth Helfer, coordinatrice del progetto, e il dott. Domenico Rosani, nonché il prof. Klaus Schwaighofer dell'Istituto di diritto penale, procedura penale e criminologia. I partner scientifici del progetto sono invece l'Istituto per l'osservazione della Terra di EURAC Research (Dr. Stefan Schneiderbauer, dott.ssa Lydia Pedoth), la Libera Università di Bolzano (prof.ssa Kolis Summerer) e l'Università di Trento (prof. Alessandro Melchionda).
Altri partner del progetto sono l’Österreichischer Alpenverein (ÖAV), il Südtiroler Alpenverein (AVS), l'Agenzia per la protezione civile nonché l'Ufficio geologia e prove materiali della Provincia autonoma di Bolzano, l’Ordine dei geologi del Trentino-Alto Adige e l'associazione interregionale valanghe AINEVA. Tale cooperazione transfrontaliera tra partner di diverse discipline sarà di grande valore per il progetto, stimolando approcci innovativi e interdisciplinari nei confronti dei temi trattati.
Con riguardo al diritto penale, il progetto esaminerà in particolare come confrontarsi al meglio con il rischio residuo sempre presente in natura e l’assenza, in tale contesto, di regole cautelari precise e vincolanti. Gli incidenti in montagna vedono inoltre spesso un ruolo attivo della vittima, il che richiede che la valutazione penalistica consideri pure tale eventuale prospettiva dinamica tra asserito autore e vittima. La questione centrale in tal caso è come giungere a una più equa definizione del giudizio di responsabilità penale tra l’asserito autore e la vittima. Essendo il diritto penale italiano caratterizzato da un atteggiamento sostanzialmente paternalistico riguardo al riconoscimento dell’autoresponsabilità, altri sistemi giuridici più liberali, in particolare quello austriaco, potranno fornire impulsi preziosi.
Seguirà quindi un’analisi in termini di scienze naturali e sociali. Gli studi empirici quantitativi e qualitativi sulla percezione del rischio e sui processi decisionali psicologici in montagna verranno inclusi nella valutazione giuridica sì da risolvere in modo più appropriato ed equo le questioni di responsabilità analizzate.
I risultati dello studio e il contributo dei partner esterni forniranno importanti stimoli per il dibattito scientifico nelle scienze giuridiche, sociali e naturali. Inoltre, il progetto mira a sviluppare linee guida e buone pratiche da attuarsi al di là di questo specifico progetto. L'obiettivo è infatti quello di promuovere nella popolazione una cultura del rischio, incentivando un comportamento più consapevole e una maggiore sicurezza in ambiente alpino.